Questa poesia l’ho letta solo una volta dal vivo, ero al Poesia Festival di Spilamberto. Avremmo dovuto leggere all’aperto, io avevo praparato tutt’altra cosa, volevo leggere un’altra cosa su una base musicale che mi ero preparato e portato. Un paio di violenti acquazzoni però mandarono a monte la lettura all’aperto, e dovemmo rifugiarci dentro una minuscola sala, forse non era tanto minuscola ma era piena di gente, il che forse la faceva sembrare minuscola, era piena di gente perché si premiava il giovane poeta più promettente, i tempi si allungarono, io lessi per ultimo, davvero cinque minuti prima di uscire tutti a respirare una boccata d’aria. Davanti a me c’era seduto Milo De Angelis, a poco più di un metro. L’avevo conosciuto qualche ora prima al tavolino di un bar, poeta eccezionale Milo De Angelis, sia chiaro come la penso, presentatomi da un altro poeta eccezionale ed amico fraterno, Stefano Massari. Dunque, lessi questa poesia, comprese le epigrafi. Non credo che a Milo sia piaciuta granché.
O LA MUCCA E’ PAZZA O QUEST’OROLOGIO E’ FERMO
“Non c’è niente qui.”
“Come?”
“Non c’è niente”
“Guarda meglio.”
“…”
“…”
“Niente. Non c’è niente”
Conversazione fra due vigili urbani
“E’ senz’altro meglio non avere una moglie epilettica
Che scrivere la Terra Desolata, Thomas”
Biglietto di Groucho Marx indirizzato a T.S.Eliot
1
La poesia contemporanea funziona così:
(nel migliore dei casi)
Invece di dire il gatto
Ti ha mangiato la lingua
Diventa
Il gatto si è mangiato la lingua.
2
Le biografie: ha partecipato: ha vinto.
È arrivato secondo.
La poesia non è uno sport, si pratica
Da fermi, e senza muovere nulla.
E sicuramente il poeta non vince mai niente.
3
Il tuo nome sul libro. Quello vuoi.
Che altri con altri nomi sui libri
Dicano
Ci sei anche tu.
Poi c’è una forchetta di critici
Dicono molto preziosa
Che pesca a caso dal piatto di maccheroni.
Ne tira su due.
Loro sono molto contenti.
In fondo erano pieni di sugo.
Li divora.
Li digerisce.
Quando li evacua
Loro esultano.
4
Un problema enorme come l’inquinamento
È il fatto che per scrivere bastano
Un foglio e una penna.
Propongo che un poeta venga riconosciuto tale
Solo se dopo aver scalato una montagna
Riesca a incidere su una pietra levigata i suoi versi.
I suoi lettori dovrebbero fare la stessa fatica
Perlomeno per arrivare
Dove è arrivato lui.
5
Lettura di poesia: un poeta con un foglietto
In mano. Davanti a lui altri dieci poeti.
Seduti, con le gambe accavallate.
Il poeta legge con voce tremante,
con mani tremanti. Che sia maschio
o femmina non importa. Le mani
tremano a tutti.
I poeti che gli sono davanti hanno
Lo sguardo fisso in terra
Verso destra
O verso sinistra.
Alcuni s’accorgono dei tetti, sembra
Li scoprano per la prima volta
Alzando gli occhi al cielo
Trovandoli interessantissimi.
Il poeta finisce di leggere.
Gli altri poeti battono le mani.
Uno di loro si alza, ora tocca a lui.
Il poeta che ha letto si mette seduto.
Si può riconoscere il prossimo che leggerà
Perché durante la lettura
Non guarda in basso a destra
Né a sinistra, né in alto.
Ha un libro aperto in grembo e ripassa.
6
Se non ti piacciono le letture di poesia
Così come sono, organizzane tu.
Invita chi vuoi, scegli gli intermezzi
Che preferisci investi
In effetti speciali e ricordati
Di comprare del vino
E di allestire un buffet.
Potrebbe venire molto bene
Tutti si potrebbero divertire
Alcuni si potrebbero incontrare
E sposarsi, c’è chi dirà che c’era
Un’atmosfera da tomba di Giulietta pronta
Per tutte le parole già dette e per quelle
Ancora da dire. Poi la serata finirà.
Spero che tu ti sia divertito.
Perché domani c’è un’altra lettura
E purtroppo pare sarà piena di poeti
Anche quella.
7
Vuoi essere ricordato da morto.
Hai quest’ansia.
Sai da cosa viene?
Che in realtà vorresti essere
Ricordato da vivo ma
Devi accontentarti.
8
La poesia non esiste. Una mucca
Non la riconosce. Se colpisci
Una mucca con una scultura
Puoi ucciderla.
Ora prova a colpirla con un libro.
Ma mira agli occhi.
9
Mi rimangio quello che ho detto.
Mi sono tagliato un dito
Con un foglio di carta sottilissimo
Su cui avevo scarabocchiato.
10
La poesia contemporanea funziona così:
(nel peggiore dei casi)
Un signore di 43 anni si alza la mattina
Ha sognato qualcosa che gli ha lasciato
Una stranissima sensazione.
Improvvisamente sente il bisogno di condividere
Questa sua sensazione.
Ma i pennelli e la tela costano troppo.
La roccia è difficile da scolpire.
Un pianoforte in soggiorno non ci starebbe.
La pellicola costa carissima e
I sogni non si fotografano.
Prova a parlare con la moglie
Del sogno ma
Le parole gli escono slegate
E lei non ha molto tempo di stare lì
Ad ascoltarlo.
Allora trova un foglio di carta e una penna e
Scrive.
Sa che c’è un esercito di poeti
Là fuori
Pronti ad assumerlo.
a me piacciono. anche quella che ho letto ieri, sempre qui.
Ciao Ste, bentrovato!
il vizio solitario manomette
lo specchio della pagina riflette
echi dilemmi, strane analogie
tra l’autoreferenza e le poesie
🙂
(tratto da: “L’arte contemporanea più vecchia del mondo” – di Mimma Sturbo)
orpolà: ecco come funziona, allora, tanto nel migliore quanto nel peggiore dei casi!
bacioni
🙂
malos