We are the kids that your parents warned you about

Funziona così. Appena mi alzo scrollo. Per rinfrescarmi. Faccio surf come Charlie sulle immagini giusto per riaccendere tutte le vibrisse. Saggio contenuti con la punta della lingua come una vipera sotto una pietra. Se è colazione posto una foto di un cappuccino, con delle briciole accanto, che sa di vissuto. Se ho sete posto un bicchiere con delle gocce che scendono come cera di candela da bicchieri a forma di tubo. La foto di un bicchiere di latte è una giusta presa di posizione. Ragazza su roccia con all star assai pensosa. Gif animata di ragazza in sottoveste bianca dinanzi a tramonto rosso fuoco che allarga le braccia sulla cima di un palazzo. Rebloggo un foglio scritto a mano con la scritta we are the kids that your parents warned you about. Sono lanciato. Fondamentalmente un punk. Notizie dal mondo. Foche, presidenti, rivoluzioni, assalto ai gay, chiusura di locali in certe zone e in certe ore, il deputato fa un piroetta, strage di cani, conigli coi termometri in culo per sei mesi. Scrollo. Ragazza cinese vestita da scolaretta. Modelle scheletriche con enormi occhi dalla pelle irreale. Ho fame. Foto di cheeseburger con delle patatine. Giapponese? Americano? Pare americano. Discussione sui diritti d’autore. Un regista ha parlato male dei social network. Discussione. Uno posta foto di cadaveri. Uno solo di foto in bianco e nero. Gli hipsters mettono instagram di gente coi baffi e gli occhiali. Uno con un moncherino si è tatuato un delfino per decorarselo. Leggo un aforisma di Cioran. Foto dell’interno di un appartamento niuiorchese. Sedie moderne su parquet sfiniti. Bella luce. Ora tre ragazze ammollo in una laghetto fra la natura. Polacche. Foto di fumanti scodelle di cibo cinese. Citazioni. Mi avevi promesso poesie. Mi avevi promesso poesie. Mi avevi promesso. Voglia di essere una rockstar magrissima e drogata che innova il look di una generazione. Guardo qualche foto di Alice Glass. Non mi basta. Guardo un pezzo live degli Antwoord. Non basta. Guardo un video di Pete Doherty che gioca con i gatti assieme ad Amy Winehouse. Non ancora. Mi faccio una foto con la chitarra in mano, con la webcam, a torso nudo. La posto. Sono finalmente una rockstar. Quasi ora del the. Foto di facce buffe di tuffatori nel pieno delle capriole. Qualche notizia. Il senato approva. La camera respinge. Poliziotti bastonano ragazzi con le facce coperte. Muore un famoso sceneggiatore americano. R.I.P. Grazie di tutto quello che ci hai dato, di tutte le ore che ci hai occupato. Senza di te il tempo sarebbe stato dilatato. Grazie a te ho aderito a forme di me stesso tutte cerebrali che nemmeno sapevo di possedere. Ma non condivido, non faccio condoglianze. Ho uno stile tutto mio, non seguo la massa io. Scrollo. Una ragazza giapponese diventa una barbie. Guardo il tutorial. Coso ha detto cose. Le cose si sono infilate nelle bocche, hanno attraversato le braccia e sono finite nelle dita saltellanti su tastiere qwerty, ed eccoci qui. Nessun’altra parola come qwerty ti costringe a seguire una riga lungo la tastiera. Faccio un sondaggio se chi scrive qwerty lo fa solo con la mano sinistra o riesce a usare anche la destra. Scrollo. Foto di cartoni animati giapponesi. Gambe di modelle. Il disegno di un hamburger fatto di pixel. È quasi sera. Sgranchisco le gambe alzandomi per andare a prendere un the che fotografo e posto. Entrava una bella luce dalla cucina. La natura sa essere così dirompente. È ingestibile. Faccio un giro di scarpe, lividi, ragazzine giovani che fumano, ossari, una ricerca sui sotterranei di Parigi. In Breaking Bad, mi fanno notare, tutti i maschi sono pelati. Spending review sul parrucchiere, si ironizza. Una ragazza mostra i lividi che ha sul collo. Instagram di hipsters coi baffi e gli occhiali da sole. Un commento di un hispter sotto dice che noia le instagram, i baffi e gli occhiali da sole. Uno gli risponde che noia la noia. Uno che si chiama “noia” scrive “sarete interessanti voi.” Una ragazza con le unghie blu dove lo smalto le sta andando via in morbidi riccioli si tampona il naso da una scurissima epistassi. Il sondaggio sulla tastiera qwerty è schiacciante. Usano tutti la sinistra. Che epifania. Da farci un meme. “Anche tu quando scrivi qwerty lo fai con la sinistra.” La faccia con il mento sollevato, “Che stregoneria è mai questa?” Scrollo. Per riposare gli occhi guardo tre puntate di tre serie tv diverse. Ogni tanto controllo cosa succede. Gatti si saltano addosso, vengono allattati, dormono seduti come umani sui divani. Sangue sui denti. Una modella magrissima controluce è didascalizzata da un commento che dice “perfezione”. Ho voglia di essere in viaggio. Guardo canyon assolati, vedute di scogliere, tunnel di alberi e foglie, piedi sui cruscotti delle macchine con i finestrini abbassati e la strada davanti. Un giro a vedere le luci di Tokyo, ascoltando una canzone di Serge Gainsbourg. Scrollo. Fuori è notte. Cambio il mio avatar con una foto di Bill Hicks che fuma. Mi bevo una birra. La fotografo e la posto. Silence is sexy recita una scritta fatta a mano. Mi sento completamente mio, mi sento attraversato, trasportato via. Mi comincia a venire sonno. Vedo una puntata di True Blood. Scrollo. Leggo su Wikipedia la trepidante vita di Lana del Rey in inglese. Courteney Love pare essersela presa molto per il fatto che Lana abbia cantato Heart-shaped box. Screzi. Le dice che quella canzone riguarda la sua vagina, che d’ora in poi quando la canterà deve pensare alla sua vagina. Vasco Rossi incita alla rivoluzione in un clippino. Ma si è fatto tardi per tutti. Ne parleremo domani.

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