Hipsters

La faccenda riguardante gli hipsters è davvero molto complicata e in ogni caso assomiglia molto ai cani che girando in tondo cercano di mordersi la cosa, la coda. Dico questo perché da qualsiasi parte si prenda la questione c’è sempre un risvolto che ti riporta al punto di partenza. Tanto per cominciare gli hipsters non si possono identificare, cioè, puoi provarci, ci sono dei tratti riconoscibili ma proprio quando i tratti sono troppo riconoscibili un hipster ti dice che quello non è un hipster. Per esempio gli hipsters vestono vintage, con maglioni vintage, usano biciclette vintage, ascoltano musica alternativa tipo i Labradford o i Tortoise e hanno i pantaloni stretti e corti, spesso con un risvoltino, oltre a fare largo abuso di tutti i prodotti della Apple. Ma ecco che se segui un po’ gli hipsters ti rendi conto che l’hipster detesta quelli che vanno in giro vestiti da hipsters e poi hanno l’Iphone, anche se lui stesso magari ce l’ha, ma nonostante questo ti specifica che questo è un chiaro sintomo di chi si atteggia a hipster, senza esserlo. Essere un hipster per dire è essere fuori da qualsiasi schema riconducibile, ti dice un hipster, anche se poi lui si vede benissimo che è un hispter. Non so se sto spiegando bene la mia teoria del cane che si morde la coda. Gli hipsters ascoltano gli Animal Collective e Skrillex ma nessuno ha mai visto un hipster ascoltare Skrillex nelle cuffie o in casa, Skrillex lo si sente esclusivamente alle feste di hipsters ma tutti gli hipsters sono annoiati e hanno qualcosa da ridire sul fatto che si metta Skrillex perché ormai è molto famoso e agli hipsters non piacciono quelli troppo famosi. Un altro caso eclatante è Infine Jest di David Foster Wallace, libro molto acclamato dagli hipsters che però, dopo la sua morte, ha avuto qui in Italia una certa cassa di risonanza finendo per diventare quel libro che ne parlano un po’ tutti però in realtà nessuno ha letto, ma gli hipsters, anche non avendolo letto sono già oltre e dicono che Infinite Jest ormai è fuori, o meglio, è dentro, dentro al mainstream, e un hipster, dice un hipster, è veramente tale solo quando non segue il mainstream. Poi c’è questa cosa che comunque lentamente la moda degli hipsters, che, mio umile parere di questo si tratta, di una moda dell’abbigliamento, lentamente questa moda degli hipsters ha preso piede e così funzionano le mode, prima detesti quelli vestiti in un certo modo, poi quelli aumentano e ti occupano costantemente il campo visivo fino a che tu cominci inconsciamente a riconoscere una cosa consueta come accettabile, all’inizio, e poi addirittura bella, è così che funziona la moda, ed è così che la moda degli hipsters si è sviluppata e diffusa, fino ad occupare una notevole fetta di mercato, mercato inteso come persone, che volenti o nolenti indossano almeno un dettaglio da hipster, cosa che fa dire agli hipsters che quelli non sono hipsters, nonostante siano identici a loro, che li porterà addirittura a dire che gli hipsters non esistono, era uno scherzo, è stata un’energia passeggera, un modo di pensare che al momento che si è tentato di incanalarlo è svanito, e cominceranno a usare l’ironia contro se stessi, a prendere in giro gli hipsters, per esempio su Facebook c’è già un hipster che prende in giro gli hipsters ed è diventato molto famoso tanto che lui stesso si sente troppo famoso da essere un vero hipster e così se lo intervistano da risposte vaghe, come vaghi sono gli hipsters, comportamento questo che spera lo includa nuovamente nel movimento mentre al tempo stesso se ne sta tirando fuori. Non so se mi sto spiegando, riguardo alla teoria iniziale. In ogni caso è difficile avere pareri su cose aleatorie come la beat generation o il grunge, nessuno è mai stato d’accordo con nessun altro, figuriamoci sugli hipsters riguardo a loro stessi, se ti trovi a discutere con uno di loro della faccenda ti dirà che non si dovrebbe neanche parlare degli hipsters, perché non esistono.

hip

(foto credits “il pratese hipster”)

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