Long Tall Sally

E così tu sei lo scrittore, dice quello con la maglietta con su scritto “Long Tall Sally”. Cosa? Gli dico. Non capisco. Sei quello che scrive fa lui cercando qualcosa dove buttare la cenere dalla sua sigaretta. Rimanendo impigliato nel gesto, dimenticandosene.

Volto la testa dall’altra parte e la ragazza bionda dice tu sei quello dei libri, eri in classifica. Ho letto un articolo su di te. Le ragazze bionde possono dire tutto quello che vogliono, non c’è mai nessuno che le contraddica. Solo altre ragazze bionde possono avanzare ipotesi differenti. Tentare. Come ti chiami, dice lei. Italo Calvino rispondo. Ecco, mi sembrava, dice lei. Come il treno? Come il treno, le dico. Le guardo le gambe accavallate. Le gambe accavallate sono un comandamento. Una postura sacra. C’è questo artista contemporaneo che ha fatto una statua di polistirolo alta cinquanta metri di una donna seduta a gambe accavallate, ma non riesco a ricordarne il nome. Ho scritto libri sulla religione enfatizzo, fissandomi le ossa che sporgono dalle caviglie. Come si chiamano quelle ossa che sembrano bulloni che tengono insieme piedi e polpacci? Tu di che religione sei, dico a un tipo silenzioso seduto su una sdraio da mare che continua a guardare il cellulare.

Siamo quattro teste in mezzo a altre decine e decine di teste chiuse nella cornice di un appartamento al primo piano di una città che si atteggia a metropoli. Separati solo dalle note di Aphex Twin, selected ambient volume 2, per l’esattezza.

Che qualcuno apra una finestra dice la ragazza bionda, c’è puzza di. Non mi viene la parola. La mia religione era l’adolescenza mi risponde il tipo silenzioso ma ne sono stato escluso per blasfemia. Mentre lo dice sembra che lo stia scrivendo sul cellulare. La sua risposta mi impressiona molto, non avrei mai creduto sarebbe potuta uscire da uno come lui. Di computer nuovi, dice la ragazza bionda. C’è puzza di computer nuovi qui dentro. Questa città è in posa, sostengo. A intervalli di quindici secondi vengo raggiunto dal profumo di qualcuno dei presenti ma non riesco a identificare la persona da cui l’essenza si emana. Al contrario non sento nessun odore di computer nuovi.

Deve essere entusiasmante riuscire a mettere su carta i propri pensieri dice la ragazza bionda, e usa proprio la parola entusiasmante. Anzi, i pensieri di più persone, perché se ti leggono in tanti vuol dire che tu riesci a, non mi viene la parola. Catalizzare dico io spontaneamente. Non avrei mai immaginato cosa sarei potuto diventare, di certo non un catalizzatore. Eppure.

In una parete sullo sfondo cominciano a proiettare “Pull my daisy”. Mi sento molto meno intelligente da quando ho ricevuto l’approvazione del pubblico dico in uno slancio di verità che appare decisamente fuori luogo. Mi fa sembrare che voglia destare un certo tipo di impressione e mi colloca al centro della conversazione, in qualche modo interessato. Uno sbaglio che devo imparare a non ripetere. Ma fortunatamente non c’è nessuna conversazione.

Quello con la maglietta con su scritto “Long tall Sally” estrae un flaconcino dalla tasca interna della giacca e si posiziona un modesta porzione di droga nell’incavo fra il pollice e l’indice. Il mio flaconcino di “speranza”, dice. Quindi aspira e dice: “Miami”. Si rimette il flaconcino in tasca e mi chiede come funziona il business dei film, anzi no, dice, dei libri. Mi sentivo tanto intelligente dico quando scrivevo da solo nella mia stanza e mi sentivo incompreso, adesso mi sento uno scemo, devo aver sbagliato qualcosa se piaccio a quelli che vanno nei supermercati, a quelli che vanno nei cinema. I tuoi libri li vendono nei supermercati? Mi chiede la ragazza bionda. E’ dannatamente riposante questa festa, dico. Ma il mio ambiente preferito restano i boschi e gli aeroporti. Potrei viverci.

Arriva un cameriere e lascia una bottiglia di champagne sul tavolino davanti a noi. Ascoltiamo tutti in religioso silenzio il cameriere rimestare la bottiglia nel ghiaccio e il suono mi fa pensare a cose frantumate, inizialmente, solo dopo qualche minuto il flusso dei pensieri raggiunge per incorporee associazioni la deriva dei continenti, il flusso dei pensieri converge verso placche che scivolano sotto o sopra altre placche che lentissime sollevano montagne.

Faccio considerazioni sul tempo che non riporterò nel dettaglio ma la questione del tempo è una spina nel fianco di ognuno. Quello con la maglietta con su scritto “Long tall Sally” infatti guarda l’orologio. Faccio presente che l’orologio al giorno d’oggi ha perso la sua funzione naturale divenendo un dettaglio dell’abbigliamento. Nessuno mi risponde. Non si indossa un orologio per sapere l’ora, dico, raccogliendo il collo sottile di un bicchiere dalle mani del cameriere. Che mi guarda dritto nell’occhio sinistro per tre secondi buoni, con una mano dietro la schiena e il pollice nel culo della bottiglia.

Le nostre quattro teste sono un livello più in basso delle altre teste che non sono sedute e vedo tasche di giacche, gomiti, orli di gonne. Vicino alla porta passa una ragazza bionda in trench inseguita da altri due tipi in trench che sembrano gemelli. Solo allora la ragazza bionda seduta vicino a me si toglie una scarpa e comincia a flettere la pianta del piede per distenderla, per sgranchirla. Ha i capelli corti e gli occhi pesantemente truccati e un’aria drammatica e definitiva.

Bella la tua maglietta dico a quello con la maglietta con su scritto “Long Tall Sally”. Cosa significa? L’ho ordinata su internet, mi risponde lui. La ragazza bionda perde la sua scarpa. Non riesce più a trovarla. Qualcuno deve avergliela rubata. Qualcuno sa che fine ha fatto Aphex Twin? Chiedo. Passa il mio editore e mi invita a fare un brindisi a distanza, alzando il suo calice. Alzo il mio. Siamo qui riuniti in attesa della proiezione di un film di un certo regista, oppure è un foundraising volto a qualche tipo di iniziativa benefica, o forse è solo il compleanno di qualcuno, o tutte e tre le cose insieme. E’ qui, risponde il tipo sulla sdraio da mare, tutto intorno a noi, come una banca. Chi? Chiede la ragazza bionda, con un piede nudo che adesso non sa dove mettere. Getto la testa all’indietro sul divano e chiudo gli occhi.

longtallsally

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Un pensiero su “Long Tall Sally

  1. ah, le ragazze bionde… probabile che non fosse odore di computer nuovi ma di neuroni poco usati, come nuovi.
    e comunque, sempre, meglio un catalizzatore di un catamarano.
    : ))
    godibile il piglio ironico di questa sezione, anche se non succede molto.

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