I turisti

Nella parte oscura della luna, in un silenzio che non ha eguali nell’universo, avvolto da una luce scotopica un ragazzo è seduto su una sedia ergonomica molto sofisticata attaccata al terreno, da cui fuoriescono fili e tubi che trasportano fluidi e gas.

La sedia, che non è appoggiata a nulla di visibile, ha la forma di unghia tagliata, o di luna gibbosa crescente, gli tiene le gambe sollevate e sembra cullarlo leggermente, le sue mani appoggiate sopra due schermi contemporaneamente, che sembrano fargli il solletico alla punta delle dita ogni volta che li sollecita; indossa una tuta aderente fatta di un materiale lucido e bianco che gli segna il corpo evidenziando uno stato di forma non proprio eccezionale, con la massa grassa superiore al 16 per cento, sul cui petto è apposta una targa con il disegno di un elefante e sotto l’acronimo I.M.B.F.A. & E.S.R., (Internation Moon Base For Advertasing & Extraterrestrial Signal Research) mentre ad altezza d’occhi codici alfanumerici scorrono in sequenze preordinate sulla sua retina.

Se si potesse annusare l’aria artificiale della stazione senza la consuetudine acquisita dal ragazzo si potrebbe azzardare che l’odore che pervade l’ambiente ricorda dei peli bruciati, dell’incenso e finocchio, tutti mischiati insieme. La tuta gli lascia scoperte e nude le mani e i piedi e lui attualmente si sta fissando un unghia, quella dell’anulare, stuzzicandola con il dito indice come a cercare uno scalino di pelle dove appigliarsi e sollevare, mentre semisdraiato e cullato sulla sua sedia ergonomica procede nel suo lavoro all’interno di una base permanente a forma di igloo che gli permette, da un’ampia finestra, di guardare la Terra, simultaneamente alla fila di sequenze di numeri che s’inseguono sullo schermo con andatura sinusoidale. 

La visione del pianeta da cui ha origine sarebbe ovviamente impossibile dalla sua posizione, essendo fisicamente voltato di spalle alla terra, ma essa gli è stata prudentemente fornita come ausilio tecnico per quella che anni prima era stata sintetizzata come sindrome di Magnus-Larsen, più prosaicamente definita E.S.S. (Empty Sideral Syndrome ) condizione che aveva evidenziato segni di squilibrio nei tanti che nel corso degli anni, per pagarsi gli studi, erano andati sulla Luna per spedire messaggi pubblicitari, sotto l’illusoria cupola della possibilità di poter presenziare la postazione privilegiata per la ricezione di segnali extraterrestri. Chi volevano prendere in giro? Il ragazzo era certo di due cose: eravamo soli nel nostro braccio di galassia e il suo lavoro era sottopagato, nonostante fosse di una semplicità irritante.

Oltre al riquadro dedicato alla ricezione dei segnali radio su tutta la gamma di frequenze dello spettro elettromagnetico e a quello dedicato all’invio di fastidiosissime pubblicità che non interessavano a nessuno poteva osservare la Terra o in alternativa le telecamere a circuito chiuso del Lunar Regency Hotel, per via di un accordo commerciale stretto tempo prima dai due consigli di amministrazione delle rispettive società. Ma se all’inizio era stato attratto dal poter fissare belle ragazze in piscina o camminare per i corridoi dell’Hotel alla lunga quelle stesse immagini gli risultavano irritanti e influivano negativamente sul suo stato emotivo come sottolineato dal suo chip emozionale che denotava una crescente frustrazione.

Per questo preferiva lasciare sullo sfondo l’immagine del pianeta blu, che ruotava alla velocità di 107.210 chilometri orari e allo stesso tempo sembrava essere fermo, conscio del privilegio di poter assaporare il miglior silenzio del sistema solare, sorridendo, e guardare il sole increspare la magnetosfera, sperando di poter osservare il serpeggiare del vento solare a contatto con la nostra atmosfera svelarsi in un’aurora, mentre con le mani invia in ogni direzione nell’arco di 180 gradi questo messaggio:

Solo per questa settimana offerta speciale per tutti i voli da e per Marte al prezzo di 9,99 WC, basta rispondere a questo messaggio inviando la scritta OK MARS!!!

Il ragazzo si distende allungando tutti muscoli delle braccia e delle gambe facendo pressione sullo schienale della sedia che dondola non emettendo nessun suono ed emette un piccolo peto dentro alla sua tuta provando il desiderio del tutto insensato di poter annusare i suoi gas che probabilmente avranno un odore di aminoacidi e proteine ma questo non potrà mai saperlo.

Quindi si stacca dalla sedia sospesa che emette uno sbuffo di aria compressa e si solleva volteggiando, aiutandosi con le mani e coordinandosi per attraversare lo spazio dirigendosi, nuotando a rana nel vuoto, verso la parte posteriore della stazione lunare, senza nessun motivo particolare, con la costa occidentale dell’Africa sullo sfondo, quando il generatore della stazione ha un leggerissimo calo di tensione che lascia per un secondo l’ambiente precipitato nel buio più totale e nel silenzio più assordante, (VENITE A GODERE DEL MIGLIOR SILENZIO DEL SISTEMA SOLARE!!!) secondo nel quale si farebbe fatica persino a immaginare una forma di vita all’interno di quell’igloo immerso nel buio perenne.

Ma la luce torna immediatamente e il ragazzo è ancora sospeso nel vuoto e sta ancora andando verso la parte posteriore della stazione dove arriva, tocca con un dito un display dove non succede niente, e con una capriola cambia direzione per tornare indietro con nella testa la parola “Seychelles”, sbucata da chissà dove, che ruota tridimensionalmente nella sua testa.

*

Su Marte, nella Chryse Planitia, adagiato sul fondo del cratere Amsterdam c’è l’enorme carcassa di una nave che se ne sta immobile, infilata come la lama di un’ascia nella terra dura.

Attorno alla nave solo deserto e la prospettiva dalla forma di encefalogramma di una fila di montagne, sospesa sulla linea dell’orizzonte.

Di notte, se il cielo è limpido, un volta ogni ventisei anni si può vedere la terra come una stella vicina, grande come un piccolo satellite.

Di giorno invece, passando davanti al sole, la terra è un pallido puntino nero.

La temperatura nel cratere Amsterdam è di 20 gradi centigradi, sul ponte di coperta della nave un uomo è seduto su una sdraio dallo scheletro metallico, la cui seduta e schienale sono composti di un materiale plastico di colore blu simile a un cavo elettrico avvolto e riavvolto.

L’uomo indossa un una tunica e porta degli occhiali da sole a specchio a forma di goccia, dentro i quali l’encefalogramma davanti a lui si riflette.
Percezione simultanea di un’immagine per occhio, capovolta e rimpicciolita, catturata dai coni e dai bastoncelli, fusa in un’unica prospettiva del tutto mentale, recepita nella parte posteriore del suo cranio.

È un corpo la cui materia si piega tre volte, mentre è semisdraiato sulla sedia con le braccia dietro alla testa, un organismo nato su un altro pianeta, adattato, e con la piena capacità di fissare il tramonto di Marte.

Il cielo è un grigio viola compatto, altissimo, il sole una pallida luce lontanissima simile alla torcia elettrica tenuta da un uomo in lontananza, che emette un alone blu a forma di cono esploso la cui albedo degrada notevolmente allargandosi radialmente.

Dopo qualche minuto si possono notare Fobos e Deimos, i satelliti marziani, che non sono neanche lontanamente vicini alla prospettiva da sogno della luna vista dalla terra, travestendosi da semplici stelle.

L’uomo ogni tanto sfoglia una rivista, nella luce che va dissipandosi, indossa delle scarpe tecniche e minimali, simili a mitili altamente definiti, e sembra respirare l’aria di Marte, che non esiste.

Gli arriva un messaggio sul telefonino, o quello che sembra essere un telefonino, però tondo, che si apre come una trousse da trucco, dotato di un altro schermo dove sembra esserci uno specchio, dove l’uomo può rimirarsi, con i suoi occhiali da sole, mentre nella parte tonda inferiore compare il messaggio. E’ la pubblicità di un negozio marziano che dice:

Abbiamo un piccolo pensiero per il tuo compleanno, passa a ritirarlo! Sperando di aver fatto cosa gradita ti facciamo i nostri migliori auguri. Firmato: ElementiOk.

L’uomo chiude la sua trousse telefonino e guarda verso l’encefalogramma, con davanti la prua di una nave, e il deserto della notte marziana.

Impossibile ipotizzare cosa stia pensando. O forse.

*

Sotto una cupola riscaldata, su Encelado, una donna assorbe luce ultravioletta emessa da potenti lampade sospese sopra la sua testa, sdraiata su un lettino, sulla terrazza di un grattacielo, al bordo di una piscina dall’acqua multicolore, come se al suo interno fossero esplose nuvole di vernice che rimangono separate una dall’altra, creando una tavolozza sospesa.

La donna non muove un muscolo, un velo di sudore a forma di lente a contatto le imperla la fronte aumentando prepotentemente la sua albedo, per il resto i muscoli sono immobili, fatta eccezione per le dita di un piede che saltuariamente si contraggono leggermente.

Attorno a lei ci sono palme e sabbia e uomini in trench seduti a dei tavolini, altri nell’acqua con solo le teste sporgenti e gli occhi puntati su Saturno, che in questo periodo dell’anno mostra gli anelli come la coda di un pavone.

La donna immobile o quasi indossa un costume formato da due semisfere poste sui capezzoli e una sorta di oggetto plastico dalla forma di osso di cane che le copre le parti intime.

Ha i capelli legati in una coda alta che le orientalizza i lineamenti e le mette in evidenza il collo, porta occhiali da sole a forma di losanga orizzontale, dentro al quale si riflettono la piscina, il lounge bar, e lo sbuffare del criovulcano in lontananza simile a un geiser visto in una televisione in ultrareal HD. E in effetti se la cupola fosse un sofisticatissimo schermo che proietta le immagini di Saturno nessuno potrebbe confutarne la realtà, proprio come nei sogni.

Un uomo in trench si alza lentamente da una poltroncina e si avvia verso la piscina dove s’immerge fino al collo nel rosso, il trench sospeso nell’acqua multicolore come un paracadute afflosciato.

La donna estrae quello che sembra essere uno smartphone ma dalla forma di trousse e legge il messaggio specchiandosi nella parte superiore del meccanismo:
NON PERDERE LA TUA OFFERTA SPECIALE: TUTTO ILLIMITATO PER 7 GIORNI AL COSTO DI SOLI 2 WC (WORLD CURRENCY)!
RISPONDI SI ENTRO IL 29/5 E RICEVI IL TUO PREMIO!

FIRMATO
ELEMENTIOK

La donna risponde NO e chiude la trousse smartphone.

Il riflesso degli anelli di Saturno attraversa l’indice di rifrazione della cupola e quello delle lenti dei suoi occhiali a forma di losanga orizzontale e quindi tutti il suo comparto di mezzi diottrici umani, la cornea, l’umor acqueo, il cristallino, il corpo vitreo e si proietta nella fovee del suo apparato retinico, mentre lei si distende di nuovo con una gamba allungata e una leggermente piegata a leggere una rivista.

Fuori dalla cupola temperatura di Encelado è di 207 gradi sotto zero.

Si sta come al mare, su un satellite di saturno i turisti.

saturn

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