Mio fratello fa il cameriere. Di recente ha sostituito la sua fidanzata con un cavallo. Dice che si trova bene.
Mio fratello fa il cameriere perché nostro i nostri genitori possiedono un ristorante di pesce, sulla strada per il mare.
Mia madre sta in cucina, mio padre si prende cura della sala e mio fratello fa il cameriere.
Il ristorante è lungo e giallo e sulle pareti ci sono appesi dei crostacei finti, dei pesci imbalsamati, delle reti da pesca.
Alcune domeniche pomeriggio mio fratello si accartoccia su se stesso, diventa un quadratino, o un rettangolo.
A volte rimane seduto su una sedia e io posso vedergli la nuca, il collo e la sua stempiatura irreversibile e aggressiva, guardo le pieghette sul collo di mio fratello e mi sento scoppiare il cuore.
Mio fratello è stato fidanzato con una ragazza conosciuta a scuola, esile e sempre con la coda di cavallo, che camminava sbilanciata in avanti di diversi gradi, come se tenesse sulle spalle un peso invisibile.
Mio fratello invece indossa scarpe con dei tacchi larghi e alti che sembrano quello di una bambola.
Scarpe buone per camminare dice mio fratello che però nel ristorante non è proprio che cammini, l’andatura di mio fratello è un fenomeno difficilmente riscontrabile in natura.
Un misto di forza di gravità e disprezzo, con cui attraversa il lungo ristorante giallo, parlando con tutti i clienti.
Racconta i fatti di di tutti a tutti quanti.
Adesso dice a una donna che ride tenendo un gamberone per la coda che è andato a bere un caffè, ieri sera, dopo il lavoro.
Ha guidato lungo la strada verso il mare, senza arrivare al mare, si è fermato in un bar e ha preso un caffè, prima di tornare a casa, e quando lo dice ha la pace negli occhi, mio fratello, mentre la donna appoggia il gamberone e mio fratello appoggia un piatto con un anguilla sul tavolo e prende altri piatti vuoti pieni di lische di pesce, occhi di pesce fritti, prende i piatti e torna verso la cucina, e io guardo mio fratello attraverso le tende, negli spiragli che la porta della cucina lascia aperta, e lui guarda verso di me ma è come se mi guardasse oltre la testa, come se pensasse che ho dei capelli strani.
La fidanzata di mio fratello è morta in un’incidente avuto andando in bicicletta, mentre lui camminava, allora come adesso, attraverso il ristorante giallo.
Quello che non dice mio fratello è che quando va a prendere un caffè, finito il lavoro, non lo fa per staccare, mentre guida di notte con i fari che tagliano la strada, mio fratello ascolta la canzone che gli ricorda la sua fidanzata e almeno una volta alla settimana piange.
Anche io provo a piangere.
Ma fallisco.